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La più piccola delle isole Egadi è Levanzo che, grazie alla natura prevalentemente montuosa e ad una limitata antropizzazione ha salvato diverse specie vegetali endemiche (circa 400). L'assenza di strade rotabili invita il visitatore al trekking attraverso piste non disagevoli e di indubbio fascino; si potrà, senza grandi difficoltà, raggiungere, seguendo il versante occidentale dell'Isola, la Grotta del Genovese, incontrando molte delle espressioni vegetali dell'Isola dal forte aroma selvatico. I graffiti della grotta del Genovese, databili intorno al 9200 a.C. , testimoniano di una comunità dedita alla caccia e già alla pesca del Tonno, unita in vincoli tribali da rituali magici. Introducendosi nella Grotta e abituandosi lentamente al buio si resta sopraffatti dal fascino che la riproduzione di stilizzati e simbolici danzatori produce. L'importanza sopranazionale del patrimonio archeologico di Levanzo merita certamente una visita.

Dalle pendici di "Pizzo del monaco" è possibile raggiungere Cala Tramontana, uno dei luoghi più suggestivi dell'isola per il colore della roccia, la trasparenza del mare, la flora e la fauna sottomarina. Oltre la Cala Dogana su cui si affaccia il delizioso paesino, da non perdere un bagno a Cala Minnola.

Levanzo ha la forma di un triangolo. Il suo “centro storico” si adagia, a mo’ di presepe, sulla riva di Cala Dogana e sulla sommità si possono ammirare, ancora oggi, le vestigia di una antica torre di avvistamento saracena. Non è da meno, però, per quel che riguarda le attrattive dell’isola, la sua flora. Infatti, non ostante l’isola non sia ricca di acqua dolce, vi si possono rinvenire circa 460 tipi di piante, di cui una decina veramente tipiche del territorio. Incredibile, ma vero, durante la stagione umida (autunno inoltrato, inverno) non mancano grossi e saporitissimi funghi. L’Isola non è grande e questo ne fa suo pregio. Basti pensare che il perimetro della costa misura 15 Km. circa e la sua superficie è di 5,82 Km quadrati.

I suoi abitanti, pare, fino ai primi anni del 1800 adibivano ad abitazione le grotte dell’isola. Il paese vero e proprio assunse tale sembianza intorno al 1850. Nel 1883 “il giorno 8 del mese di febbraio, la quinta feria dopo le ceneri, giorno dedicato nel calendario diocesano a S. Giovanni De Matha”, come ricorda il Sacerdote Mario Zinnanti, primo regio cappellano curato e rettore della real Chiesa parrocchiale dell’isola di Marettimo, venne benedetta la Chiesa di Levanzo, in mezzo all’abitato. Prima di allora ne esisteva una, situata sull’altopiano, in un magazzino del Barone Pallavicino, per il quale questi percepiva un affitto dal Governo.

fonte : isoleegadi.it

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