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Case Ville Dammusi per vacanze isola di Pantelleria

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PANTELLERIA per gli Arabi era la figlia del vento......

Nelle azzurre acque del Mar Mediterraneo a circa 110 km dalle coste della Sicilia Occidentale (Capo Granitola) e 70 km dall’Africa Settentrionale (Tunisia: Capo Mustafà): sorge l’isola di Pantelleria. L’isola ha una forma ellittica, Lunga 13 km e larga 8,3 km, con una superficie di 83,2 Kmq. La morfologia d’origine vulcanica è rilevata delle sue rocce: trachiti, basalti e da fenomeni naturali secondari come fumarole e sorgenti termali. L’isola culmina al centro nella Montagna Grande (836 m). I suoi primi abitatori furono i sesioti: popolo dell’Africa Settentrionale che si spinsero fino alla costa Nord-Occidentale dell’isola formando il primo nucleo abitativo. Colonizzata poi dai Fenici, subì diverse dominazioni: Romani, Bizantini, Repubbliche Marinare, ecc... Attualmente l’isola che fa parte della provincia di Trapani: conta 7.224 abitanti con una densità di 87,8 abitanti per km2. E’ costituita dal capoluogo omonimo posto sulla costa settentrionale, dalle frazioni di: Kamma, Tracino, Scauri, Rekale, Buccuram, San Vito, Sibà e altre contrade minori. Nonostante le scarse precipitazioni atmosferiche, il suolo è molto fertile; permettendo di coltivare con successo: l’uva zibibbo (dalla quale si ricava il passito di Pantelleria), capperi, fichi e altre delizie che solo assaggiandole, si può percepire l’incanto di questo piccolo lembo di terra! Le contrade: kamma, Tracino, Scauri, Rekale, Bugeber, Buccuram, Sibà e tante altre più piccole ma non d'interesse e bellezza inferiore. Sorgono nel bel mezzo della campagna pantesca, tra alberi d'ulivo e piante d'uva; hanno nomi arabi come: Khamma, Kharaci, Khaddiuggia; romani: Scauri, Grazia. Muegen la piccola contrada abbandonata, a forma di giardino, tra la Montagna Grande, il monte Gibele e la cùddia (collina) omonima; con la sua chiesetta dedicata a Sant'Antonio sembra un piccolo paradiso terrestre. Belle le contrade di Pantelleria. Immerse nel verde, con le case dai tetti a cupola color bianco. I prospetti s'intonano con il paesaggio circostante e variano dai colori: bianco, rosa, giallo ocra oppure rivestite in pietra lavica. Ogni casa ha il suo giardino, l'orto, le piante: di rose, gigli e le profumatissime fresie. Il barbecue dove poter fare magnifiche grigliate di pesce appena pescato. Il terrazzo, è spesso coperto da un cannizzo dove le sere d'estate si può cenare all'aperto: tra le stelle del cielo e il profumo dei gelsomini. Verso la fine degli anni settanta, il turismo, un nuovo tipo d'economia si radica nell'isola sconvolgendo in modo corretto, l'ambiente socio economico della popolazione indigena.  Lo stato di benessere nazionale, porta gli italiani ad effettuare periodi di vacanze alla scoperta delle bellezze italiane. Pantelleria diventa meta preferita della borghesia italiana che, inizia a comprare dammusi e ristrutturarli, come meta estiva, per distrarsi dalla routine quotidiana delle grandi città. I panteschi iniziano ad abbandonare i loro piccoli appezzamenti di terreno per dedicarsi all'opera manifatturiera della muratura. Inizia un lento declino dell'attività agricola per realizzare un nuovo mondo economico imprenditoriale. Nascono nuovi alberghi e residence.
Contemporaneamente: privati ristrutturano le pertinenze delle loro abitazioni, ampliano stalle e dammusi agricoli che, prima servivano come ripari durante il lavoro dei campi, in modo da poter ospitare i villeggianti.
Il settore del turismo pone Pantelleria ai primi posti come bellezza naturale tra le mete ambite dagli italiani. L'attrazione principale è il mare, sempre pulito e trasparente, la costa con le piccole cale dove ci si può soffermare ad ammirare le spettacolari grotte. Le acque termali sorgono un po' dovunque: Gadir, Sateria, Scauri Nicà, nel lago di Venere che: oltre all'acqua tarmale si può beneficiare dei fanghi terapeutici e miracolosi.
Il paesaggio montano, offre parecchie possibilità d'escursioni. Montagna grande, Favare, coni vulcanici, la sauna naturale di Beniculà presso Sibà. Resti preistorici come i sesi, le tombe bizantine; lunghe passeggiate nel verde della campagna.
Il clima è tipico mediterraneo, con periodi di scarse precipitazioni, alternati a spazi di tempo con: pioggia, mareggiate e venti fortissimi. I venti sempre forti da tutte le direzioni e le mareggiate, nel periodo invernale rendono incerti i collegamenti marittimi con la Sicilia.
La temperatura mite: nei mesi invernali difficilmente scende sotto i sei gradi, nel periodo estivo il termometro non supera i trentasei; rende Pantelleria un ambiente ottimo per trascorrere una vacanza sia invernale sia estiva. L'economia dell'isola si svolge nei settori standard del mezzogiorno italiano, con l'assenza di complessi industriali: siderurgici, petrolchimici, tessili e meccanici. Gli unici impianti presenti sono quelli per la trasformazione dell'uva e la molitura delle olive. La proprietà terriera è formata da piccoli appezzamenti di terra, dislocati in varie posizioni geografiche e climatiche. I terreni siti in prossimità della costa o del lago, per effetto del calore residuo sulla superficie acquea, sono più primaticci, al confronto di quelli ubicati in collina. (Agli inizi del mese di luglio possiamo gustare l'ottimo zibibbo della Martingana, mentre, quello di Muegen è ancora immaturo). Pantelleria: prevalentemente coltivata a vigneto e capperi; dopo gli anni ottanta ha subito un lento declino. La produzione annua di oltre trecento mila quintali d'uva si è ridotta ad appena trenta mila. La produzione di capperi che negli anni settanta ottanta, era di oltre dieci mila quintali, s'è ridotta a poco più di un migliaio di quintali annui. Ciò è dovuto oltre ad un'errata politica economica che: a portato squilibrio pecuniario nel rapporto quantità lavoro-guadagno; anche ad una diversificazione dei ruoli occupazionali nella comunità isolana. In questi ultimi anni la popolazione isolana svolge le sue prestazioni lavorative in diversi settori oltre a quello agricolo e vitivinicolo: commerciale, alberghiero, edilizia, servizi, corpi dello Stato, attività marinare e ricreative.

 

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