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Case Ville Appartamenti per vacanze isola di Ustica

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USTICA   UN  PARADISO  PER  IMMERGERSI  NEL  BLU.....

Ustica fu chiamata, dagli antichi geografi e storiografi, (Ustum = bruciata) perché relitto di vulcano spento, fu anche chiamata, dai greci, Osteodes = ossario, per i resti umani di una deportazione cartaginese di soldati mercenari, ammutinati, e quivi condannati e morti d'inedia.
Il primo insediamento umano risale all'era Paleolitica; importanti scavi hanno ridato luce ad un interessante villaggio paleocristiano. Sepolture, sistemi di cunicoli, cisterne scavate nel tufo e una moltitudine di reperti archeologici ritrovati in vari punti dell'isola e sott'acqua - a testimonianza di numerosi naufragi avvenuti in questo mare - confermano che il luogo fu abitato dagli antichi popoli del Mediterraneo.
Punto strategico per i traffici ed i commerci, Ustica vide passare i Fenici, i Cartaginesi e i Romani. Dopo la caduta dell’impero e un periodo d’abbandono, nel VI secolo vi giunse una comunità di Benedettini, che si installò nella zona ancor oggi chiamata delle "case vecchie". Ma le scorrerie dei pirati barbareschi portarono alla distruzione della comunità. L’isola, com’era, aveva un grado di sicurezza così basso da scoraggiare qualsiasi insediamento.
Nel 1713, con il trattato di Utrecht, la Sicilia passò al duca di Savoia, Vittorio Amedeo, che sei anni dopo la cedette all’Austria in cambio della Sardegna. Spagna ed Austria entrarono in guerra e Carlo III di Borbone fu incoronato sovrano di un regno che comprendeva la Sicilia.
Nel 1763 da Palermo si spedì a Ustica un contingente di soldati e di operai, che iniziarono la costruzione di fortificazioni sul colle della Falconiera, nonché di due torri di avvistamento sui punti opposti della costa: sopra la cala di S. Maria e sopra quella di Punta Spalmatore. Nello stesso anno arrivarono 85 famiglie di contadini e pescatori dalle Eolie, nonché qualche artigiano da Palermo e Trapani, per un totale di 400 persone.
Nel 1771 Ustica fu riconosciuta quale università, cioè comune autonomo. Fu anche costruita la chiesa parrocchiale di San Ferdinando Re, affidata ai padri cappuccini.
Nel secolo scorso Ustica partecipò ai moti risorgimentali e accolse con entusiasmo la spedizione di Garibaldi in Sicilia. Durante il fascismo vi furono confinati molti oppositori al regime, tra cui Carlo e Nello Rosselli, Ferruccio Parri e Antonio Gramsci, "turisti" loro malgrado, furono i primi visitatori moderni ad accorgersi della bellezza dell’Isola.-Di notevole importanza culturale e paesaggistica è la Riserva Naturale Marina del paese, istituita nel 1987 per preservare il grande patrimonio faunistico e ambientale che si trova nei fondali marini circostanti l'isola. Essa è divisa in tre zone.
Zona A: Cala Sidoti e Caletta - Rispettivamente situate ai limiti ovest ed est della zona di riserva integrale, queste due deliziose e poco profonde calette sono gli unici due siti della "zona A" dove è liberamente consentita la balneazione; rappresentano infatti due luoghi ideali dove effettuare spettacolari passeggiate a pelo d'acqua col solo aiuto di una buona maschera e tutt'al più di un paio di pinne. Cala Sidoti, a ridosso di Punta di Megna, è una lunga baia di ciottoli scuri. Oltre alla normale balneazione, specialmente nel periodo estivo di maggior afflusso turistico, in questa cala è possibile fruire di un servizio di seawatching guidato dal personale qualificato della riserva lungo un "sentiero subacqueo" che parte dalla piccola piattaforma situata all'estremità ovest della cala. Procedendo verso Punta Spalmatore, ove si trovano la Torre Saracena ed il villaggio turistico, incontriamo la Caletta, piccola baia dove si può visitare tutti giorni l'interessante Acquario della Riserva Marina che ospita buona parte delle specie ittiche e bentoniche che vivono lungo le coste dell'isola. Dall'interno di esso si può osservare il fondale della caletta tramite un ingegnoso collegamento con due telecamere subacquee. E' l'area più protetta della Riserva Marina, dove è vietata la navigazione,l'ormeggio e la sosta di ogni tipo di imbarcazione e interdetta l'attività di pesca e qualsiasi altra azione che possa provocare disturbo o alterare le caratteristiche naturali dell'ambiente. E' permesso l'accesso e la balneazione nella zone di Cala Sidoti e Caletta. La zona è delimitata in mare da cinque boe gialle luminose e a terra dalla costa compresa tra Cala Sidoti e la Caletta.
Zona B: faro di Punta Cavazzi e piscina naturale - Situata all'estremità sud orientale dell'isola, al limite tra "zona B" e "zona C" della riserva marina, Punta Cavazzi con il suo faro, ed immediatamente sotto, lo specchio d'acqua noto come Piscina Naturale, rappresenta una delle località più interessanti dell'isola. In tutta la zona è permessa la fotografia subacquea e la pesca sportiva solo con lenze da fermo o da traino ma non l'attività di pesca subacquea in apnea. Le acque antistanti il faro di Punta Cavazzi offrono ai sub la possibilità di effettuare una affascinante immersione a profondità tra i 9 e i 24 metri lungo un itinerario archeologico illustrato da tabelle esplicative sommerse. Poco più a sud troviamo invece la Piscina Naturale. In questo specchio d'acqua si può tranquillamente osservare il fondale della piscina sfruttando l'eccezionale trasparenza e limpidezza delle acque, senza immergere nemmeno la testa. E' l'area marina fino a tre miglia nord dalla costa dell'isola di Ustica ed è delimitata sulla costa dai fari Punta Cavazzi e Punta Omo Morto, in questa zona è interdetto il prelievo di qualsiasi forma di organismi vegetali o animali e di formazioni minerali, è consentita la navigazione da diporto, la pesca sportiva con lenza da fermo e da traino e le attività subacquee ad esclusione della pesca subacquea.
Zona C: da Cala Santa Maria alla Grotta Azzurra - Uscendo dalla estremità destra di Cala Santa Maria, ampia baia naturale situata esattamente sotto il paese e sede dell'attuale porto, tuffandosi direttamente dall'attracco del molo e pinneggiando lungo la costa in direzione sud per circa 300 metri, si giunge alla Grotta Azzurra. Questo tunnel semi sommerso di origine vulcanica con fondale sabbioso profondo sino a 10 metri è la più conosciuta delle sei grotte situate all'interno della "zona C" di riserva parziale. Appena fuori dalla cala Santa Maria si possono fare, senza grosse difficoltà, brevi incontri con qualche timoroso polpo (Octopus vulgaris) che si nasconde tra le rocce tondeggianti del fondale e tra i numerosi resti di un relitto, forse romano, e frammenti di anfore, testimonianze di antichi naufragi. Giunti nella grotta si possono scorgere, tra nugoli di castagnole illuminati dalla luce proveniente dall'imboccatura, numerosi policheti sedentari, come lo spirografo e la sabella pavonina, che filtrano le acque con le loro corone di tentacoli. Tra le presenze ittiche più frequenti, oltre ai pesci donzella, non è raro incontrare qualche re di triglia nascosto tra le cavità buie della grotta. E' l'area marina opposta alla zona B sino a tre miglia dalla costa e presenta i limiti terrestri tra i fari di Punta Omo Morto e di Punta Cavazzi. In questa zona sono consentite tutte le attività disciplinate dalla vigente normativa nazionale. La pesca professionale è consentita solo ai pescatori locali muniti di autorizzazione. La pesca sportiva è vietata.

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